lunedì 31 dicembre 2012

LA MECCANICA DEL CUORE di Mathias Malzieu

Non potevo concludere il primo anno di vita del mio blog con le recensioni dei quattro romanzi della saga di Twilight.
Dato il periodo dell'anno avrei potuto parlarvi di un classico della letteratura natalizia come "Il canto di Natale" di Charles Dickens, ma credo sia una storia un po' troppo "sfruttata" in questo periodo (e non solo); quindi eccomi qui con un nuovo libro, secondo me, adatto a queste serate di fine/inizio anno.
 
Nel 1874, nella notte più fredda del mondo, in una casa in cima alla collina più alta di Edimburgo, il piccolo Jack nasce con il cuore comletamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. L'amore soprattutto. Ma la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei; partirà così per un viaggio attraverso mezza Europa fino a Ginevra, alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto.
 
L'ambientazione di questa storia sembra ispirata dai capolavori di Tim Burton, un'atmosfera un po' tetra ma anche poetica e tenera, che si presta molto bene a questo periodo dell'anno. La trama mi ha incuriosito, ma sono rimasta incantata dalla copertina, non è bellissima? (sembrano veramente dei personaggi di un film di Burton, no?).
Tutti i personaggi, all'interno di questo libro, sono particolari e alcuni hanno una piccola menomazione fisica: primo fra tutti Jack con il suo orologio a cucù; un barbone con la colonna vertebrale in metallo; due prostitute, una con una protesi in mogano al posto della gamba, l'altra con un quarzo come pupilla; e persino la piccola cantante andalusa è ceca come una talpa e si rifiuta di portare gli occhiali. La storia è costellata di personaggi curiosi, eccentrici e colorati, che prendono vita attraverso le pagine, e aiutano Jack a trasformarsi, crescere e superare le difficoltà.
 
Mentre leggo un libro la mia mente lavora molto: pensa, analizza, prende appunti (a volte pensa ad altro, ma solo se ciò che sto leggendo mi annoia); ma soprattutto si crea una sorta di film mentale. Mi immagino bene personaggi, ambientazioni, dialoghi, colori, profumi e sensazioni descritti nel romanzo. Questo è anche un'importante metro di valutazione, perché più le immagini nella mia testa risultano vivide e realistiche, grazie alle descrizioni dell'autore, più il libro mi piace. All'inizio de "La meccanica del cuore" la mia rappresentazione mentale era in bianco e nero, l'infanzia di Jack e gran parte del viaggio attraverso l'Europa me li immaginavo in sfumature di grigio, tetro e freddo; mentre nella seconda parte, ambientata a Ginevra con la piccola cantante andalusa, è come se i colori fossero esplosi dentro la mia testa e tutto ha preso improvvisamente contorni più nitidi e caldi.
 
Si tratta di una bellissima, e riuscita, metafora sull'amore. Una storia d'amore come ne sono state scritte parecchie dai tempi dei tempi, ma con un tocco di originalità, quell'orologio a cucù che così bene sostituisce il cuore, con i suoi meccanismi e la sua fragilità; e che allo stesso tempo porta piacevoli sentori di un tempo passato, perché oramai è un oggetto in disuso. Allo stesso modo ho trovato romanticamente antiquato lo scambio di posta attraverso i piccioni viaggiatori.
 
Un breve romanzo che parla dei sogni, di come coltivarli e di come possono frantumarsi quando si scontrano con la realtà e con la cattiveria delle persone. Ma tratta anche la terribile sensazione di un cuore spezzato, quando sembra frantumarsi in mille pezzi dentro il petto e credi che non potrà mai tornare integro come prima. A tutti, per un motivo o per un altro, è successo una volta nella vita e a tutti sarebbe piaciuto, in quel momento, poter sostituirlo con uno nuovo e più resistente.
Purtroppo non aspettatevi un lieto fine, uno di quelli "zucchero filato e unicorni", tutta la storia in sé non richiama un finale melenso e romantico, ma vi assicuro che le sensazioni e i sentimenti intrappolati tra queste pagine sono autentici ed emozionanti.
 
VOTO: 9/10
 
P.S.
Siamo arrivati alla fine del 2012... è stato bellissimo trascorrere quest'anno tra le pagine del mio blog, così piccolo e ancora incerto nel camminare con le sue gambe, e anche in compagnia di tutti voi che mi avete letto. Spero continuerete a seguirmi anche l'anno prossimo (e tutti quelli a seguire). Intano vi auguro un felice e sereno capodanno e vi do appuntamento al 2013 con tanti, tantissimi, altri libri da leggere, recensire e commentare!!!!


mercoledì 26 dicembre 2012

BREAKING DAWN di Stephenie Meyer

Ecco l'ultimo capitolo della saga di "Twilight". Dopo aver letto i libri e visto tutti e cinque i film, non ho più molto da dire. La mia opinione, su questa saga, resta sempre la stessa: non l'ho amata particolarmente, non mi ha appassionata e i film mi sono piaciuti ancora meno. Quindi ultime battute e poi chiuderò per sempre con Edward, Bella, la famiglia Cullen, i licantropi e tutto il mondo della Meyer.
 
Bella ed Edward coronano il loro amore con un sontuoso matrimonio e partono per la loro luna di miele in Brasile. Ora Bella è al bivio decisivo: entrare nel mondo degli immortali, o continuare a condurre un'esistenza umana. Da questa scelta, dipenderà l'esito del conflitto tra il clan dei vampiri e quello dei licantropi. Ma il momento della trasformazione deve essere rimandata, perché un evento inaspettato cambia le carte in tavola e forse i destini di tutti. Dalle decisioni di Bella si scatena una sorprendente catena di eventi che cambieranno per sempre la vita di tutti coloro che la circondano; e quando il tempo a sua disposizione sembrerà essere esaurito e la strada da prendere già stabilita, Bella andrà incontro a un futuro dal quale non potrà più tornare indietro.
 
Con questo romanzo si conclude la quadrilogia della Meyer, la quale non voleva lasciare i suoi lettori con l'amaro in bocca, con qualche delusioni o insoddisfazioni, e quindi si è impegnata a scrivere un libro molto più lungo rispetto agli altri (682 pagine). Ha confezionato un finale con i fiocchi per chi non voleva ancora abbandonare la piovosa cittadina di Forks, ha voluto complicare ulteriormente la storia, inserendo al suo interno molti avvenimenti concatenati tra loro, che hanno dato vita a una valanga potenzialmente distruttiva per Edward e Bella. Ha creato un dramma di enormi dimensioni (per poi provocare conseguenze pari allo scoppio di una bolla di sapone di fronte ad un muro...) e ha infiocchettando il tutto con una conclusione allo zucchero filato. A mio parere, una trama molto annacquata, e mal gestita, per poter dare tante pagine da leggere agli appassionati della saga.
 
L'autrice, come già detto nelle precedenti recensioni, è molto brava a creare la tensione, soprattutto quella sessuale. Nemmeno qui si smentisce. Mentre continua ad alimentare l'aspettativa del lettore riguardo la prima notte insieme dei due innamorati, è brava a trasmettere le sensazioni di tensione e di desiderio tra i due, ma senza riuscire a concludere il tutto e glissando totalmente sul sesso. Infatti in tutti i libri, compreso l'ultimo, il sesso non esiste; cosa che invece hanno dovuto inserire negli ultimi due film per dare un po' di pepe. Evitiamo di parlare di tutta la luna di miele in Brasile, perché è uno dei momenti più tristi che io abbia mai visto (e letto).
"Breaking Dawn" è un continuo produrre tensioni, aspettative, vorrebbe tenerti sulle spine e appassionarti (come ad esempio: la loro prima volta,  il parto e la trasformazione di Bella, la battaglia finale) per poi, però, deluderti clamorosamente; perché l'autrice sembra partire con il piede giusto, ma si brucia sempre sul finale.
 
Ora vorrei concentrarmi su due punti che non ho proprio mandato giù. Primo: Bella incinta. Ma come è successo???? Edward è un vampiro e anche la scuola della Meyer insegna che: non dorme, non mangia, non ha necessità di respirare né di sbattere le palpebre, non deve nemmeno andare in bagno, il suo cuore non batte, il sistema circolatorio non funziona, è freddo cadaverico... Allora... mia cara Meyer, mi spieghi come cavolo fa a mettere incinta Bella??? Poi Edward e Carlisle fanno delle ricerche per capire come sia successo e non trovano niente, nessuna spiegazione... e ti credo, è impossibile!!! Naturalmente la Meyer non ritorna sull'argomento, non da spiegazioni e lascia cadere tutto nel dimenticatoio (è successo e basta). Secondo me, si era accorta di aver scritto una stupidaggine e voleva salvarsi con la scusa dello Spirito Santo, ma si è ricordata che quella l'avevano già usata da un'altra parte e sarebbe stato troppo azzardato copiarla, così ha lasciato tutto in sospeso.
Mi sta bene un po' di mistero, un po' di magia, a volte va bene non spiegare proprio tutto in un libro, ma allora questo mi porta al punto numero due che non ho digerito.
 
Secondo punto: i vestiti di Jacob quando si trasforma in un licantropo. La Meyer ci spiega, non come i vampiri riescano a riprodursi, ma che i licantropi si spogliano prima di trasformarsi, e cosa se ne fanno degli indumenti?? Se li legano con una corta alla zampa posteriore!!!! Così si possono vedere questi branchi di lupacchiotti che corrono felici nel bosco, ognuno con il proprio paio di jeans che svolazza dietro di lui. Stephenie perché ti burli di me? Non mi spieghi una gravidanza apparentemente impossibile, però ti perdi a dirmi sta cretinata???? Per fortuna che nei film questa cosa non l'hanno messa.
E' come se ti spiegassero che Hulk, quando è nella sua forma umana di Robert Bruce Banner, gira per le strade con uno zainetto sulle spalle che contiene un paio di pantaloni, taglia XXXXXXL, da indossare quando si trasforma e anche un cambio per quando torna uomo. Così si perderebbe la magia. A nessuno interessa sapere come mai a Bruce si strappano tutti i vestiti, quando diventa Hulk, tranne la parte dei pantaloni che va dalla vita alle ginocchia.
Insomma, forse la Meyer doveva ispirarsi un po di più ai personaggi di Stan Lee, e un po' meno a quelli della Bibbia.
 
Dopo questo viaggio, poco affascinante, attraverso lo strano mondo di creature immortali che popolano Forks, posso dire con molta sicurezza e convinzione che non leggerò altro di Stephenie Meyer. Quindi "L'ospite" (il suo ultimo libro) lo lascio a voi e fatemi sapere se l'avete letto e perché.
 
VOTO: 6/10

sabato 22 dicembre 2012

ECLIPSE di Stephenie Meyer

Terzo episodio della saga scritta dalla Meyer. Secondo me, questo poteva essere il libro conclusivo. Con qualche taglio e sistemata qui e là sarebbe stato un finale decente, schivandoci così quella tragedia che è "Breaking Dawn" (ma di questo parleremo nel prossimo post), per ora occupiamoci di "Eclipse".

Mentre Seattle è funestata da una serie di strani omicidi; una vampira malvagia continua a dare la caccia a Bella, che si trova ancora una volta in serio pericolo. Per lei è arrivato il momento delle decisioni e dei sacrifici: basterà il fidanzato Edward a farle dimenticare il migliore amico Jacob? Troverà il coraggio necessario a diventare una Cullen? Obbligata a scegliere tra l'amore e l'amicizia, è consapevole che la sua decisione rischia di riaccendere la millenaria lotta tra vampiri e licantropi. Nel frattempo l'esame di maturità è alle porte e per Bella il momento della verità si avvicina.
Io, questo terzo libro, l'ho trovato luuuuuungooooo... Non so se fossi stanca di leggere questa saga, stanca oramai della scrittura e della trama; oppure fosse un problema della Meyer: persa nel totale vuoto creativo in cui era scivolata anche nei precedenti romanzi e, quindi, incapace di scrivere qualcosa di avvincente. Precisamente non riesco a capire di chi sia la colpa (probabilmente  ero stanca io di leggere), ma "Eclipse" sembra non arrivare mai da nessuna parte. Si trascina per pagine e pagine, descrivendo questo fastidioso triangolo amoroso Edward-Bella-Jacob, per poi arrivare finalmente al momento d'azione (la battaglia tra Edward e Victoria) e liquidarla in un capitolo molto breve.
 
Il personaggio di Edward riesce a dare il meglio di sé (sono ironica...). Diventa un rompi scatole  all'ennesima potenza, una palla al piede, si sente perennemente in colpa per i pericoli che incombono su Bella e sfodera, nei confronti di quest'ultima, un'attenzione e una protezione che sfiorano il livello patologico.
Lei, per non smentire l'immagine di personaggio insulso, non riesce in nessun modo a calmarlo e a tranquillizzarlo. Non fa e non dice mai niente per poter rassicurare Edward, anzi, butta benzina sul fuoco sfidandolo e non comprendendo le sue preoccupazioni.
Per quanto riguarda Jacob, sembrava il più interessante e maturo di tutti, finché non si è rivelato un bambino capriccioso anche lui, insistendo in modo esagerato e infantile per avere Bella tutta per sé. Il suo atteggiamento è pesante e asfissiante, è testardo e non si capisce nemmeno perché sia innamorato di Bella, visto che non ha avuto l'imprinting con lei (ma ci siamo abituati alle poche spiegazioni che ci propina la Meyer: è così e basta).
 
Anche la storia che Bella ami tutti e due non sta in piedi. Non può amare due persone allo stesso modo. Solo il fatto che lei scelga Edward, che voglia diventare un vampiro come lui, che voglia sposarlo, dimostra che è innamorata di lui e non di Jacob. Era meglio se l'autrice evitava di metterla sul piano del triangolo amoroso e la spacciava solo come una grande amicizia (senza sentimenti romantici da nessuna delle due parti) messa a repentaglio perché lui è un licantropo e lei vuole diventare un vampiro. Bastava così e avrebbe funzionato lo stesso. Invece no, la Meyer ha voluto inserire il dramma amoroso, ma non lo ha gestito bene, perché sembrano solo due bambini che si litigano un giocattolo, solo per il semplice gusto di litigare.
 
Mi è piaciuto il ritorno in scena di Victoria, la sua vendetta costruita in modo intelligente e calcolato crea interesse nel lettore; in più è un collegamento con gli altri due libri e la chiusura di un cerchio, che in un romanzo (e soprattutto in una saga) è fondamentale.
Arrivata a questo punto, l'autrice poteva: prima di tutto accorciare tutta la parte del dilemma "amoroso" di Bella; fare una battaglia come si deve, un po' più lunga e sostanziosa; alla fine far sposare i due innamorati e per concludere far vedere un po' della vita da vampira di Bella. E vissero tutti felici e contenti per l'eternità. Sarebbe stato un buon finale, per gli appassionati forse un po' troppo sbrigativo, ma in linea con tutta la storia e accettabile. Invece no, la Meyer ha voluto mettere il carico da cento, sfidare sé stessa (e anche noi lettori) e ha scritto "Breaking Dawn"!!!!!
 
VOTO: 6/10

giovedì 20 dicembre 2012

NEW MOON di Stephenie Meyer

Sebbene il primo romanzo della Meyer non mi sia piaciuto molto, soffro di una stranissima malattia: non riesco ad abbandonare un libro a metà (anche se lo trovo terribile). Non ci riesco proprio, è più forte di me...prima o poi dovrò farmi vedere da uno bravo!! Se poi è una saga la cosa si complica e la mia "malattia" mi obbliga a leggerela tutta. Diciamo che, questa volta, mi è andata anche bene, perché i romanzi in questione sono solo quattro.
 
Bella ed Edward sono innamorati, tutti sono a conoscenza della loro relazione e possono finalmente vivere il loro amore alla luce del sole (...non proprio...).
Ma amare un vampiro è più pericoloso di quanto Bella immagini. Il loro amore rappresenta comunque una minaccia per tutto quello che hanno di più caro; sono talmente fragili che anche un incidente domestico può avere conseguenze enormi e mettere a repentaglio la loro storia.
All'improvviso Edward se ne va, senza troppe spiegazioni, lasciando Bella i balia della tristezza e della malinconia.
E' qui che entra in gioco Jacob, amico d'infanzia di Bella e innamorato di lei da quando erano bambini, tenterà di persuadere la ragazza a dimenticare il vampiro.
 
Devo essere sincera e dire che mi è piaciuto un po' di più rispetto al primo. Anche questo è scritto male, in fondo la scrittrice è sempre la stessa, e le carenze stilistiche di "Twilight" si sentono anche in "New moon".
Trovo che la narrazione in prima persona funzioni meglio in questo caso: diventando, il precedente libro, un monologo interminabile di Edward, perché Bella non era una grande oratrice (né pensatrice); questo romanzo, eliminando il vampiro quasi subito dalla trama, rivela una Bella un po' più consapevole dei suoi sentimenti, non ancora in grado di dare pienamente voce a ciò che prova, ma capace di porsi domande e fare riflessioni. Non aspettatevi una Bella più matura, spigliata e positiva, anzi, è sempre la solita insipida protagonista; ma si intravede un barlume di crescita interiore tra le pagine e questo è sempre un lato positivo.

L'argomento trattato in "New moon" è l'abbandono. Dopo la partenza di Edward, Bella è devastata, quasi si fa annientare dallo sconforto e dalla tristezza. Il tema è trattato e descritto bene dalla Meyer, che riesce a rendere l'idea del terribile periodo che può passare una ragazza (adolescente e non) dopo essere stata lasciata. A tutte è capitato, chi prima chi dopo, ed è un duro colpo per chiunque.
L'unica nota stonata sta nel modo in cui Edward abbandona Bella. Insomma, fino al giorno prima è tutto un "ti amo", un "non posso vivere senza di te", "ti aspettavo da tutta la vita", "niente riuscirà a dividerci", etc... E poi una mattina si alza, le dice che se ne va con la sua famiglia, che non la ama più e lei cosa fa??? Ci crede!!! Bella, ma sei scema? Ti accontenti di due parole e lo lasci andare via così? Lei non fa quasi niente, a parte piangere. Non tenta di convincerlo a restare; non prova a capire come mai lui se ne vada; non gli rompe le scatole, come farebbe una ragazza normale, tempestandolo di domande e suppliche. Sta ferma e in silenzio lasciandoselo scivolare tra le mani.
Questo, per me, dimostra quanto Bella sia un personaggio insipido e con poco carattere.

Questo romanzo l'ho trovato un po' anacronistico; soprattutto quando a Bella vengono regalati, per il compleanno, una macchina fotografica con rullino e un lettore CD. Insomma, io sono di una generazione che andava in gita scolastica ancora con il lettore CD e 3/4 rullini da cambiare alla macchinetta fotografica. Ma la Meyer sta parlando alle nuove generazioni. I libri li ha scritti dopo il 2000, cioè dopo l'avvento della generazione MP3 e delle macchinette digitali... I ragazzi di oggi non credo sappiano dove e come si usi un rullino nella macchina fotografica.

Ora vogliamo parlare di Jacob? Che già tra queste pagine rivela una natura ossessiva e asfissiante, tipica del suo personaggio nei successivi due libri?! Meglio di no, mi lascio qualche critica da parte per la recensione di "Eclipse".

VOTO: 6/10

lunedì 3 dicembre 2012

TWILIGHT di Stephenie Meyer

Adesso che al cinema è uscito l'ultimo capitolo della saga è ora che anch'io dica la mia sul fenomeno Twilight. Ho visto tutti i film e ho letto anche tutti i libri, quest'ultimi ormai più di un anno fa, e ora mi sento pronta per queste recensioni (ne farò una per ogni libro).
Dopo aver letto i primi tre/quattro capitoli di Twilight, ho spento la luce e mi sono messa a dormire, ignara del sogno che mi aspettava. Ho sognato una riproduzione onirica di me stessa (naturalmente più bella, più alta, più magra e forse più intelligente) che mi diceva: "Ma sei impazzita a leggere Twilight??? Devi leggere Dracula di Bram Stoker, no sta schifezza!!!"
Forse il mio subconscio cercava di dirmi qualcosa?

Quando Isabella Swann (per gli amici Bella) decide di lasciare l'assolata Phoenix per la fredda e piovosa cittadina di Forks, dove vive suo padre, non immagina certo che la sua vita di teenager timida e introversa conoscerà presto una svolta improvvisa, eccitante e mortalmente pericolosa. Nella nuova scuola tutti la trattano con gentilezza, tutti tranne uno: il misterioso e bellissimo Edward Cullen. Edward non dà confidenza a nessuno, ma c'è qualcosa in Bella che lo costringe dapprima a cercare di starle lontano e poi ad avvicinarla. Tra i due inizia un'amicizia sospettosa che man mano si trasforma in un'attrazione potente, irresistibile. Fino al giorno in cui Edward rivela a Bella il suo segreto...
 
Partendo dal fatto che quasi sempre i libri sono meglio dei film (provate a pensarci bene e vedrete che ci sono pochissimi, se non nessuno, casi in cui valga il contrario), mi sono resa conto che questo è vero anche per la saga di Twilight. Per quanto non mi siano piaciuti i romanzi, le versioni cinematografiche sono ancora peggio, soprattutto a causa di attori che non sanno proprio recitare. Quindi, se sei appena uscito da una caverna dove ti avevano rinchiuso negli ultimi dieci anni e non conosci il fenomeno scaturito dalla penna della Meyer, tra le due opzioni è meglio che tu legga i libri.
 
Ma ora parliamo del primo romanzo. La scrittura non è delle migliori, anzi. A volte è troppo semplice e banale; le descrizioni dei personaggi e dei luoghi sono carenti se non assenti del tutto: Edward viene descritto come bellissimo, i suoi fratelli bellissimi, le sorelle bellissime...Stephenie, ma qualche spiegazione in più? Per caso sei andata nella stessa scuola "niente aggettivi né sinonimi" di E. L. James?
 
Si tratta di un racconto in prima persona, la storia dal punto di vista di Bella, e secondo me era meglio in terza persona; è la prima volta che mi capita di non essere d'accordo con la scelta della voce narrante, ma Bella è un personaggio che parla e, soprattutto, pensa molto poco così diventa un lungo ed interminabile monologo di Edward.
Lui non ne esce proprio male da questo primo libro: è abbastanza misterioso, romantico e protettivo da piacere alle adolescenti; non proprio il principe azzurro, ma un buon sostituto per il ventunesimo secolo.
Lei purtroppo è insipida, assolutamente vuota di opinioni e pensieri. Sembra lo stereotipo dell'adolescente: arrabbiata (non si sa con chi), testarda, capricciosa e piagniucolosa. A dire la verità, è più simile ad una bambina che a una giovane donna.
 
Posso capire perché ai giovani questo libro piaccia. La storia si basa molto sulla chimica che c'è tra i due protagonisti, l'atrazione tra loro è soprattutto fisica, è quasi primitiva e primordiale. Infatti l'amore a quell'età è vissuto così, con tutti gli ormoni impazziti che offuscano la mente e compromettono la lucidità. Crescendo si perde un po' questa visione, dando più peso ad aspetti del carattere e della personalità dell'individuo che ci sta di fronte.
Se proprio vogliamo dare un punto a favore a questa povera scrittrice, devo ammettere che è molto brava a descrivere la tensione sessuale tra i due personaggi.
I motivi per cui Edward e Bella si piacciono, oltre all'atrazione "fisica", vengono tralasciati completamente dalla Meyer e tu, che l'adolescenza l'hai passata da un po', non riesci a capire come possano stare insieme questi due.
 
Non si tratta sicuramente di un capolavoro della letteratura, ma è più che altro una lettura tranquilla e leggere, per passare qualche ora senza doversi concentrare troppo.
 
VOTO: 6/10