mercoledì 20 maggio 2015

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

Per il primo anno sono andata al Salone del Libro di Torino. Ho scelto di andarci l'ultimo giorno, lunedì 18 maggio, sperando di trovare meno gente e più sconti, ma così mi sono persa tutti i miei amici Blogger che erano lì durante il week end. Ragazzi, sarà per la prossima volta.
Arrivando domenica e ripartendo martedì, ne ho approfittato anche per visitare un po' Torino, perché non c'ero mai stata.
Panoramica del fiume Po
Domenica pomeriggio, dopo aver posato la valigia nel bel B&B Il Pane e le Rose che avevo 
Sarcofagi
prenotato, mi sono diretta subito al Museo Egizio. C'è una parola sola per descriverlo: immenso!
Tra mummie, sarcofagi e papiri si rischia di perdere ore e ore per vedere tutto. La cosa peggiore è la calca di gente presente, tutti che spingono e ti urtano per poter vedere le cose più interessanti. Ma nonostante tutto sono riuscita a scattare qualche foto e a godermi la visita.
Dopo un giro per il centro di Torino per vedere Piazza San Carlo, Piazza Castello con l'imponente Palazzo Madama, e un veloce gelato per combattere il caldo torinese, sono corsa in Stazione Porta Nuova per incontrare Maria di Scrachbook e chiacchierare un po' con lei prima che prendesse il treno per tornare a casa.
"Amica, è stato bello conoscerci faccia a faccia, finalmente!!"



Lunedì sveglia presto, e dopo un'abbondante colazione (mi piace strafogarmi a colazione quando sono fuori casa), sono andata a visitare il Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso". Reduce dai miei studi in psicologia, era una tappa obbligata per me. Mi è piaciuto tantissimo, è strutturato molto bene e spiegato ancora meglio. Io lo consiglierei solo a chi è a conoscenza del lavoro di Lombroso e degli sviluppi avvenuti a seguito delle sue teorie, oggi datate e interamente smentite. Questo perché in internet ho letto brutte critiche a questo museo, da persone che probabilmente non hanno capito l'importanza di questi studi, ma soprattutto che è importante ricordarli proprio per non commettere gli stessi errori di Lombroso.
In poche parole lo descriverei come un museo contro le discriminazioni.

Alle undici ho preso la metropolitana, e dopo una breve disavventura (il treno si è bloccato per dieci minuti in galleria...paura!!), sono finalmente entrata al Salone del Libro e lì il mio autocontrollo è andato a farsi benedire. La quantità di stend, libri e gente mi ha disorientata. All'inizio avrei comprato qualsiasi cosa mi passasse tra le mani, ma visto che le mie finanze non me lo avrebbero permesso, mi sono calmata, ho fatto un respiro profondo e ho deciso di andare per ordine, visitando le case editrici che avevo nella mia lista.

Il mio bottino
La prima che ho incontrato è stata la Gorilla Sapiens Edizioni dove la gentile Vale mi ha dato la bellissima maglietta verde (grazie a Simona di Letture Sconclusionate per aver avvisato che sarei passata). Tutti i loro libri erano molto interessanti, ma mi sono limitata a comprarne solo uno: "Se mi distraggo perdo" di Anna Giurickovic, raccolta di 14 intensi racconti tutti al femminile che non vedo l'ora di leggere.
Qualche sguardo veloce qui e là e poi dritta alla Minimum fax perché volevo la borsa. Ma una volta arrivata e aver visto quante belle opere avevano esposte non ho potuto resistere e mi sono fatta tentare da "Belli e dannati" di Fitzgerald e "La parte divertente" di Sam Lipsyte (adoro la satira e il sarcasmo e quest'ultimo promette di averli. Speriamo).

Bimbiminkia alla Newton Compton
Cammina, cammina, ho visitato soprattutto piccole e medie case editrici come Iperborea, 001 Edizioni, Sur, L'Orma Editore, Tunuè, Sonzogno e altri, ma dando solo un'occhiata alle loro proposte senza comprare nulla. Ammetto che è stata dura trattenermi!!
Poi è stato il momento della Newton Compton. Arrivata mi sono accorta di essere circondata da bimbiminkia che si consigliavano l'un l'altro titoli come "Ti lascio ma restiamo amici", "Non posso fare a meno di te", "Nessuno è come te" e "Il principe vampiro". Avrei voluto urlare loro: "Fuggite sciocchi!! Ci sono un sacco di piccole case editrici con romanzi cento volte migliori di questi, andate a vedere!!". Ma mi sono tappata le orecchie e sono entrata, perché mi serviva il terzo libro di una trilogia su Maria Antonietta che sto leggendo. Ma non avevano l'edizione uguale ai primi due romanzi che ho già a casa, quindi ho ripiegato comprando "Il mondo di ieri" di Stefan Zweig con il 15% di sconto. Per chi non lo sapesse è il romanzo dal quale è stato ispirato il film Gran Budapest Hotel (che mi è piaciuto assai).

Arrivata alla fine di tutti gli espositori, mi sono accorta di non aver visto quello della Jo March - Agenzia Letteraria alla quale tenevo molto. Così ho aperto la comodissima App del Salone, ho controllato il numero dello stend e ho iniziato la ricerca. Mi sono persa un paio di volte, ma ne è valsa la pena, perché poi mi è apparso il loro piccolo banchetto, con i più bei libri che io abbia mai visto.
I capolavori della Jo March - Agenzia Letteraria
E qui mi sono data alla pazza gioia, con l'offerta del 50% di sconto sul terzo libro acquistato ho preso: "La casa sfitta" di Dickens, Gaskell, Collins e Procter, "Jane Austen - i luoghi e gli amici" di Constance Hill e visto che ho già "Nord e sud" di Elizabeth Gaskell in ebook ho scelto "Gli innamorati di Sylvia" sempre della Gaskell. E spero di potervene parlare al più presto qui nel blog.
Devo ammettere che questa è diventata immediatamente la mia casa editrice preferita!!

Ho fatto altri giri, snobbando le grandi case editrici come Mondadori, Enaudi, Adelphi (perché loro snobbavano i lettori non facendo sconti) con la sola eccezione di Feltrinelli, ma solo perché dovevo fare un regalo, e Bompiani nella quale mi sono solo fermata per sfogliare le magnifiche edizioni de "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit", per poi salutarle a malincuore.
Ultima tappa è stata Libraccio, non perché cercassi qualcosa in particolare, ma giusto per dare un'occhiata. Mentre mi aggiravo tra i loro libri usati, lì vicino venivano trasmesse le canzoni di Bob Marley, quindi deve essere stato divertente per chi mi stava intorno, vedermi ballare e cantare mentre cercavo qualche perla da comprare.
In finale mi sono portata a casa due libri inaspettati: "Se solo fosse vero" di Marc Levy (di cui vi parlerò nel prossimo numero di Eclettica - la voce dei blogger) e "Frankestein" di Mary Shelley (per il quale avrei ucciso la cassiera, perché ha piegato la copertina mettendolo dentro la borsa. Che nervi!!).
Uscendo dal Salone mi sono resa conto di averne saltate tante di case editrici, ma ero sfinita e quindi se ne parlerà l'anno prossimo.

Dopo tutto questo, una domanda mi sono posta: E I GADGET??? 
Di cui vi lascio la definizione di Wikipedia, che secondo me è fantastica:
"è un oggetto poco funzionale, ma molto piaciuto, quasi sempre inutile, ma che attrae l'attenzione per il suo aspetto bizzarro, colorato e simpatico. I gadget tendono a essere più insoliti o abilmente disegnati rispetto agli oggetti di uso normale. Spesso sono oggetti pubblicitari che vengono omaggiati in particolari occasioni."
Qualcosa c'era, ma avrei voluto trovare più banchi con gadget ispirati ai libri e alla letteratura, un po' come succede al Comicon. Su internet se ne trovano di tutti i tipi: da chi fa collane e braccialetti ispirati a saghe famose; a chi stampa magliette e borse con le frasi più belle dei classici; segnalibri curiosi e chi più ne ha più ne metta.
In quel casi sì avrei dato fondo alle mie finanze per portarmi a casa un sacco di roba inutile e poco funzionale e, secondo me, puntando su questo si potrebbe attirare ancora più gente e soprattutto giovani.
Ma forse è solo un mio personale desiderio. Voi cosa ne pensate? Lo proponiamo per il prossimo Salone Internazionale del Libro?

venerdì 15 maggio 2015

STAZIONE D'ARRIVO di Concesion Gioviale

Questo romanzo è il sequel di un'altra opera di questa giovane scrittrice, "Prendi e Vai", ma mi è stato assicurato dall'autrice stessa che non è necessario leggerli in sequenza. "Stazione d'arrivo" fa certamente riferimento a cose accadute nel romanzo precedente, ma vengono velocemente spiegate o addirittura il lettore può intuire da solo come sono andate le cose, e questo gli permette di essere un romanzo a se stante.

Sara Rinaldi è una donna come tante altre, fin quando l'incontra con Valentino, batterista dei Biancostile, non le cambia radicalmente la vita. Attraverso la passione del ragazzo per la musica, la donna realizza il suo sogno ottenendo la pubblicazione del romanzo "Prendi e Vai", liberamente ispirato alla band. Il sogno diventa ancora più grande quando un noto regista decide di farne un film. Sara si sente realizzata, vive in un appartamento nel centro di Roma con la sua gatta Maya, lavora nella redazione di un giornale, ma qualcosa non va. Tutti associano il film alla band, mettendo in un angolo il lavoro dell'autrice. Un evento inaspettato, però, cambierà la sua vita mettendola di nuovo alla prova, ma questa volta dovrà farcela da sola. Saprà affrontare le difficoltà senza l'aiuto dei cinque ragazzi a cui è tanto legata? Riuscirà a trovare finalmente la serenità e realizzare tutti i suoi sogni?

La scrittura è chiara, semplice e molto scorrevole. È una storia abbastanza prevedibile, si capisce come si svilupperanno le cose già dall'inizio, ma ciò non guasta la lettura. Perché in alcuni tipi di libri, ad esempio questo, non importa il finale, ma come ci si arriva, cioè tutto ciò che sta nel mezzo, tutto ciò che accade ai personaggi prima della conclusione del romanzo.
In questo caso la storia resta piacevole da leggere anche se il lettore capisce subito come andrà a finire.

Il personaggio di Sara mi ha divertita e infastidita al tempo stesso. Da come è caratterizzata sembra una sedicenne intrappolata nel corpo di un'adulta: ha progetti e sogni lavorativi, e di vita, che cerca di realizzare come una persona matura, in modo molto concreto e razionale; ma riguardo alla sua vita sentimentale ragiona come una sedicenne. Solo il fatto che creda di stare con Stefano, solo perché si sentono via messaggi tutti i giorni è un classico atteggiamento da ragazzina adolescente, che in una donna stona un po'.
Oltre a Sara ci sono molti altri personaggi, tante migliori amiche e tanti migliori amici, che sanno tutto di lei. La protagonista non fa mistero di quello che le accade, tutti sanno tutto di lei, e molte volte sembra che tutti loro sappiano addirittura cose che lei non sa di se stessa.

Personalmente la storia delle minacce (ad un certo punto Sara riceve dei messaggi anonimi) l'avrei sviluppata un po' di più, avrebbe potuto concentrarsi per qualche capitolo su questa situazione, approfondendola e arricchendola di dettagli. Invece tutta la questione è solo accennata, più o meno si capisce perché arrivano queste minacce, ma l'argomento muore velocemente come è comparso.
Affrontato in questo modo lascia un po' il tempo che trova, mentre sarebbe potuto essere uno spunto molto interessante per una story-line parallela.

L'unica nota negativa di questo romanzo è stato il finale, a mio parere diciamo che "la si tira troppo per le lunghe". Io mi sarei fermata volentieri molto prima di dove invece faccia il libro (diciamo alla scena della stazione, per chi ha letto il libro), avrei tagliato tutto il resto e magari avrei concluso con un piccolo epilogo dove sarebbero stati riassunti brevemente i mesi successivi. Perché, sinceramente, quasi tutto l'ultimo capitolo l'ho trovato lungo, noioso e inutile rispetto al resto del romanzo, che invece scorre velocemente e mantiene sempre un buon ritmo. Inoltre, nonostante la lunghezza di questo capitolo, restano lo stesso degli argomenti in sospeso, delle domande senza risposta.

martedì 12 maggio 2015

IL TUO MERAVIGLIOSO SILENZIO di Katja Millay

Questo libro l'ho letto ancora a Marzo per un mini-gruppo di lettura tra me, Simona di Letture Sconclusionate e Nereia di LibrAngolo Acuto. Volevamo leggere insieme una "sòla", cioè uno di quei libri che mentre li leggi ti fanno pensare: "Ma chi me l'ha fatto fare?" e "Ma questo, invece di scrivere, non poteva andare a zappare la terra?". Insomma, una cosa come la saga di Twilight o le Cinquanta sfumature.
Avvolte comodamente nella coperta del cinismo e della critica abbiamo preso in mano questo romanzo, ma lui ci ha stupite, rivelandosi non proprio una "ciofeca".

Le sue dita non possono più correre sul pianoforte, il suo mondo pieno di note è diventato muto. Nastya era una promessa della musica, prima. Prima che tutto precipitasse, prima che la vita perdesse ogni significato. Da 452 giorni Nastya ha smesso di parlare, e il suo unico desiderio è tenere nascosto il motivo del suo silenzio.
La storia di Josh non è un segreto: ha perso tragicamente i suoi cari, e solo nel recinto impenetrabile che ha costruito intorno a sé si sente al riparo dalla compassione degli altri e libero di dedicarsi in solitudine all'unica cosa che lo tiene in vita: intagliare il legno.
Quando sembra non esserci più luce né speranza, Nastya e Josh si trovano e le sensazioni sopite esplodono dal corpo e dal cuore. Due lontananze si incontrano, cercando l'una nell'altra la forza per superare il passato e rinascere davvero.


Come anticipato prima, Il tuo meraviglioso silenzio non è propriamente un brutto libro. Nemmeno bellissimo, sia chiaro, ma si salva in molti punti e sotto alcuni aspetti, quindi non ricade del tutto nella categoria "sòle".
Nel complesso non è male, ma non è certo un libro per me. Sicuramente è più indicato ad un pubblico giovane, infatti un adolescente potrebbe apprezzarlo molto più di quanto possa fare una trentenne come me.

Nonostante le oltre 400 pagine risulta un romanzo scorrevole e molto semplice da leggere. Per fortuna non è la classica storia d'amore liceale che si legge spesso, e questo è un punto a suo favore. In questo caso la storia è più complessa e dolorosa del solito, diciamo che l'autrice si è sforzata di trovare una trama un po' più originale e impegnata. Ma i due protagonisti, in sostanza, sono due adolescenti sfigati, con pochi amici e parenti inesistenti che non si occupano di loro. Non temete però, perché incontrandosi e stando insieme potranno essere felici e un po' meno sfigati. In questo non si discosta molto dagli altri romanzi per giovani adulti, che potete trovare in tutte le librerie.
Alcune parti risultano ridicole, inutili, a volte molto prevedibili e molto spesso cade in quella psicologia spicciola da giornaletto settimanale scemo, che mi da tanto fastidio. In più, in alcuni punti è un po' troppo volgare per i miei gusti; non che io sia una puritana, ma non capisco l'utilità di far parlare dei ragazzi in modo volgare senza alcun motivo.

Personalmente preferisco romanzi che riescano ad accompagnarmi con calma, sotto braccio, al momento cruciale della storia; che mi guidino passo dopo passo, magari lasciandomi qualche indizio qui e là. Devo rendermene conto da sola che è successo qualcosa ai protagonisti e allo stesso modo devo aver voglia io di "risolvere il mistero". Insomma il libro deve invogliarmi a leggerlo.
Purtroppo, fin dall'inizio, Il tuo meraviglioso silenzio sembrava comunicarmi un messaggio subliminale che diceva più o meno così: "Non posso ancora dirti nulla, ma è successo qualcosa di terribile alla protagonista... Qualcosa di brutto, ma che non posso svelarti finché non sarai oltre la metà del libro... Ma intanto ti avviso che è successo qualcosa, ricordatelo!! Tra 300 pagine ti spiegherò tutto, ma ora no. Intanto preparati!!"

Credo che la Millay abbia problemi con i finali. Nel senso che l'ultima parte l'ho trovata decisamente troppo lunga (io avrei tagliato un bel po') e soprattutto piena di elucubrazioni mentali che mi hanno annoiata e di cui avrei fatto volentieri a meno. Ma capisco benissimo che invece questo vada bene per il pubblico a cui si rivolge, perché (diciamolo) l'adolescenza è proprio il periodo delle "seghe mentali".

Un punto a favore per questo libro (perché sembra che mi sia concentrata più sui difetti fin'ora, ma non era voluto lo giuro!) è l'ossessione che Nastya ha per i nomi delle persone e per il loro significato. Era una cosa molto interessante, che mi intrigava molto, e avrei preferito che l'autrice lo avesse approfondito un po' di più, magari usandolo come argomento ricorrente durante tutta la storia.
Ripeto, non è per niente un brutto romanzo, ma non aspettatevi un capolavoro. Secondo me potrebbe essere una buona lettura per qualche vostro conoscete che abbia tra i quindici e i diciotto anni.
Se vi interessa, potete trovare alcune nostre considerazioni riguardanti il libro su Twitter, e usando #meravigliosodeche potrete commentare anche voi e dirci cosa ne pensate.

martedì 5 maggio 2015

ENCICLOPEDIA DELLA MOGLIE MODELLO di Annalisa Aglioti

Annalisa Aglioti è un'attrice teatrale, cabarettista e danzatrice italiana, attiva anche in televisione, l'avrete sicuramente vista nel programma "Colorado". La ringrazio per avermi proposto questa sua divertente opera, per me è stato un piacere leggerla.
Non essendo un romanzo, ma un'enciclopedia, è difficile farne un riassunto. Quindi vi lascio direttamente le parole di Annalisa che vi daranno un'idea di cosa tratta questo libro e dell'idea che ci sta dietro.

"Sono la Moglie Modello. Sono dolce, remissiva, pulisco-lavo-cucino-rammendo come una perfetta mogliettina anni '60. Purtroppo, nel 2014. Mentre cercavo un fidanzato, tramite il programma tv Colorado, mi hanno scritto in tantissime e mi son detta: "Ma quante ragazze come me ci sono là fuori?". Povere donne condannate a lavorare, agli aperitivi, alle sfilate, a postare foto su Faccialibro mentre, invece, vorrebbero solo un Marito al quale servire il caffè, reggendogli il giornale stando ammanettate al letto in reggicalze, parlando bene di sua madre.
Così, ho scritto la prima di 2.745 dispense per insegnare a essere Mogli Modello.
Se, come me, siete state abbandonate (purtroppo in tangenziale)... Se siete devote a santa Zerbino... Se credete che la moglie ideale sia un elettrodomestico col perizoma... O se solo volete ridere, mentre aspettate che bolla l'acqua, comprate questo libro."

Se femminismo vuol dire che una donna può fare ciò che vuole, allora comprende anche fare la casalinga, moglie e madre. Anzi, in questo caso il termine è più ampio: qui si parla di Moglie Modello. Tutto questo libro prende ispirazione dalla celebre Enciclopedia della donna del 1962 e lavora sulla memoria di stereotipi, ormai superati dalla storia, ma entrati nel cuore di milioni di donne e nel profondo della cultura occidentale. In queste pagine, i temi femminili del nostro tempo sono affrontati con gli occhi di una donna del 1962.

Tra battute irriverenti e intelligenti, alcune più riuscite di altre, insegna alle donne del 2015 ad essere preparate, impeccabili e ineccepibili in ogni stanza della casa e in ogni situazione. Una sorta di Moglie Modello 2.0, perfetta per il nuovo millennio.
In ordine alfabetico vengono spiegate le parole più importanti nella vita della MM e della sua relazione con Alfa. Partendo proprio da lui: Alfa (l'uomo da "adorare") e arrivando a Zerbino (la santa a cui ogni MM è devota), passando per altri termini come Abito (fondamentale quello nero), "Fitmmess" (la MM non ha tempo per andare in palestra, quindi si allena in casa), Invidia (che in realtà non esiste, ma è solo un errore ortografico), e molte altre.
La seconda parte dell'enciclopedia riguarda più l'aspetto erotico e "amatore" della Moglie Modello, perché una vera MM si riconosce anche in camera da letto!!

In realtà, in questa divertente enciclopedia, è l'uomo, Alfa, a fare una figura un po' pessima. Ma non dimenticate che regna molta ironia in ogni pagina. Mentre la donna ne esce sempre egregiamente, come merita, perché tutti sanno che "dietro un grande uomo c'è sempre una Grande donna...che gestisce, manovra e ammortizza tutto".

Non è assolutamente sessista e mi è piaciuto proprio perché è molto per le pari opportunità. Cioè una MM non è per forza una donna, ma può essere anche un uomo. Si rivolge a tutte le relazioni possibili: tra uomo e donna; tra uomo e uomo; tra donna e donna; tra uomo e animale; tra donna e oggetto... Insomma, ogni combinazione che si desideri. Sempre con molta ironia ovviamente.