venerdì 21 luglio 2017

QUALCUNO CAMMINA SULLA TUA TOMBA di Mariana Enriquez

Da dicembre dell'anno scorso, da quando sono tornata a casa da Roma, questo libro è rimasto ad aspettarmi pazientemente sulla mia libreria. Attendeva il suo momento e finalmente è arrivato. Non vedevo l'ora di leggerlo, lo desideravo molto, e grazie al progetto #IndieBBBCafè delle Book Bloggers Blabbering ho avuto una scusa più che valida per leggerlo, dato che tutto il mese di luglio è dedicato alla casa editrice indipendente Caravan Edizioni.
Forse è più un libro invernale, ma anche con questa insopportabile calura, Qualcuno cammina sulla tua tomba di Mariana Enriquez è riuscito a regalarmi delle serate piacevoli e rilassarmi, accompagnandomi attraverso paesi diversi e interessanti.

Amore e morte nel cimitero di Genova, la ricerca di tracce del vudù a New Orleans, il furto di un osso nelle Catacombe di Parigi...
Mariana Enriquez, "collezionista di cimiteri", ci regala la sua personale guida delle città dei morti più suggestive in giro per il mondo.
Non c'è nulla di macabro in queste pagine: i cimiteri di Mariana sono città invisibili in cui milioni di vite continuano a esistere in nomi, date, epitaffi, foto sbiadite, leggende, splendide statue.
Così nelle ultime tracce che i morti hanno lasciato a propria memoria - le tombe -, l'autrice ritrova pezzi di storia, mitografie impossibili, racconti di paura.



Lo stile della Enriquez è fresco, pulito e genuino. Niente di complicato, scorre velocemente sotto gli occhi, invoglia alla lettura ed è praticamente un libro impossibile da posare finché non lo si finisce.
Il libro è composto da diversi racconti, di lunghezze decisamente diverse, ma che non sono assolutamente racconti inquietanti sui cimiteri, anzi, sono passeggiate tranquille in questi luoghi per vederli semplicemente per quello che sono: dei posti di riposo, silenziosi che trasmettono tranquillità, che non nascondono nulla di spaventoso o macabro, ma che al contrario hanno da raccontare molte storie.
A dire la verità sì, alcune storie sono un po' inquietanti, come ad esempio quella del bambino messicano, di Guadalajara, morto d'infarto a causa della sua paura del buio, e che veniva disotterrato da qualcuno tutte le notti.
Ma solo alcune sono così macabre, la maggior parte sono racconti curiosi e interessanti di persone del tutto comuni.

Mariana Enriquez racconta queste storie con un enorme rispetto nei confronti dei defunti e una sana curiosità nel capire cosa sia successo veramente e perché. Non c'è nulla di macabro o ossessivo nelle sue indagini, lei non vuole dare ai cimiteri che visita quella parvenza di mistero e inquietudine, ma ne è affascinata e incuriosita per ciò che questi posti possono raccontare. E questo è percepito dal lettore che legge queste pagine, e si lascia influenzare, coinvolgere e incuriosire.
Questo libro racchiude delle semplici camminate per cimiteri che l'autrice ha fatto in giro per il mondo, visitando alcuni dei luoghi di sepoltura più famosi, più grandi, più affascinanti e più maestosi che si conoscano (e non). Ma ciò che la Enriquez aggiunge a queste storie, per dare quel tocco in più e quindi interessare ancora di più il lettore, è accennare velocemente, ma con parole semplici e chiare, alla storia del Paese in cui si trova quel determinato cimitero. Le spiegazioni di alcune vicissitudini storiche e attuali di quei posti, unite ad accadimenti personali della scrittrice, arricchiscono questi racconti, dando una visione più ricca e completa.

Molto spesso quando leggo dei racconti ce ne sono alcuni che mi piacciono di più e altri di meno, è normale. In questo caso non è successo. Il fatto che siano così diversi, ma uniti da un filo comune che è la morte e l'amore, me li ha fatti piacere tutti a loro modo. Ogni storia è particolare e interessante, ma anche le culture che le circondano sono così diverse tra loro da renderle speciali e memorabili. Come ad esempio la descrizione di come si festeggia il Giorno dei Morti, 2 novembre, in Messico; oppure la storia dell'isola Martín García in cui "nessuno muore" (cosa sono tutti vampiri?); o le difficoltà dei primi insediamenti dei coloni in Australia, più precisamente a Rottnest Island, che andarono a scapito degli aborigeni; o ancora il museo del Vudù in Louisiana e il suo cimitero ricco di defunti con storie curiose; per non parlare del cimitero ebraico della Colonia Novibuco a Basavilbaso in Argentina.

Per quanto i Paesi visitati dall'autrice siano molto distanti tra loro, il modo che hanno di vivere la morte li accomuna e anche la disposizione dei defunti, per il riposo eterno, è molto simile: con lapidi bianche, croci grandi e piccole, e statue o monumenti imponenti per ricordare il caro estinto.
È curioso notare, grazie a questo libro, come in qualsiasi parte del mondo alcune morti e luoghi particolari siano legati a credenze popolari, superstizioni e riti scaramantici. Ogni cimitero ha la sua leggenda.
Un libro consigliatissimo, che vi accompagnerà per diversi giorni, raccontandovi storie interessanti e affascinanti, che vi farà scoprire angoli diversi del mondo e che vi trasmetterà una grande calma e tranquillità, invitandovi a fare una passeggiata nel cimitero più vicino a voi.

martedì 11 luglio 2017

QUELLO CHE È SUCCESSO A JOANA di Valèrio Romão

Continuiamo il nostro mese del #IndieBBBCafè dedicato a Caravan Edizioni e lo facciamo con un libro bellissimo e struggente, che è anche la loro ultima uscita.
Parlo di Quello che è successo a Joana dello scrittore e poeta portoghese Valèrio Romão. Questo romanzo insieme ad un altro intitolato Autismo, nelle intenzioni dell'autore, dovrebbero far parte di una trilogia intitolata Paternità mancate.

Joana aspetta da otto anni di diventare madre. Insieme al marito ha già cambiato tre volte il colore della stanza del bimbo.
Quando una notte, al settimo mese di gravidanza, le si rompono le acque, corre in ospedale seguendo un piano che ha programmato sin nei minimi dettagli.
La sala travaglio è una stanza delle torture dove le donne affrontano la ritmicità dei dolori nell'indifferenza professionale del personale sanitario. Ma le cose non vanno secondo le previsioni. Errore umano? Destino geneticamente determinato?
Unica via di fuga per far fronte a un inaccettabile fallimento sarà scivolare in una follia straripante, in grado comunque di procurare a Joana un'inattesa forma di consolazione.


Lo stile di Valèrio Romão è ricco e corposo, a volte diventa quasi lirico e astratto sottolineando così il suo essere anche poeta. Una scrittura che all'inizio appare un po' complicata, difficile da seguire, ma basta prenderci un po' la mano e nel giro di poche pagine scorre benissimo, fluida e veloce. Così veloce che a un certo punto ho rallentato la lettura, perché non volevo finirlo troppo in fretta e desideravo gustarmelo appieno fino all'ultima pagina.

Il romanzo comincia con una scena inquietante, a tratti disturbante per quello che succede e per come è descritto. Dopo aver superato l'ostacolo di leggere quei contenuti, ho capito che era una scelta azzeccatissima dell'autore: con quella scena il lettore prende subito confidenza con l'ambientazione inquietante, sconvolgente e a volte surreale, che poi incontrerà qualche pagina dopo e che lo accompagneranno, con sensazioni ed emozioni veramente forti, per tutto il romanzo.
Ci ritroviamo a vivere quello che per Joana dovrebbe essere uno dei giorni più belli della sua vita, ma che a causa di un infausto destino, si trasforma in un incubo terribile.
La povera Joana si ritroverà, abbandonata in una sala travaglio insieme ad altre donne, a soffrire e ad avere paura, senza la possibilità di affidarsi alla compassione di nessuno, nemmeno di suo marito che verrà tenuto distante e all'oscuro di questo momento precedente al parto.
La protagonista all'inizio cercherà di farsi carico anche della sofferenza delle altre partorienti, aiutandole e sostenendole; ma ben presto quella situazione frustrante e sconvolgente avrà la meglio su di lei e la isolerà nel suo letto, sprofondata quasi nella follia, in attesa di mettere al mondo suo figlio.
Al lettore, del tutto avviluppato e coinvolto dalla storia, sembrerà di essere in quella terribile sala travaglio, sentendo le urla e le imprecazioni delle donne, i loro pianti e sospiri. Io mi sono ritrovata a desiderare di riuscire a tenere la mano di queste ragazze e poterle consolare.

Un perfetto e incisivo romanzo di denuncia sulla situazione delle partorienti in alcuni ospedali. Donne spaventate, confuse e doloranti lasciate completamente a sé stesse. Dottori troppo arroganti e altezzosi per concedere una parola gentile o un po' di conforto. Infermiere distratte, frustrate e indifferenti che non si permettono nemmeno un minimo di educazione e delicatezza nel trattare le povere gestanti.
Un ambiente decisamente ostile, che sicuramente non prepara, non mette a proprio agio e che non permette di vivere serenamente una delle gioie della vita (o che almeno dovrebbe esserlo).
Vi avviso che si prova molto stupore misto a tristezza leggendo come viene trattata Joana e cosa è costretta a sopportare, l'empatia nei suoi confronti è tanta, ma c'è anche molta rabbia. Rabbia verso il personale sanitaria, al quale una persona si affida in un momento di bisogno e di sofferenza e che non è in grado di dare una risposta empatica e rassicurante.

Non crediate che sia solo un romanzo, cioè non pensiate che sia tutto inventato o circoscritto ad alcuni ospedali portoghesi. No cari miei, purtroppo no. Si tratta di una realtà molto comune, presente in moltissimi ospedali del mondo, anche molti in Italia.
Per questo motivo è nata anche una campagna in tutto il mondo (in Italia è contrassegnata dall'hashtag #bastatacere) contro la violenza ostetrica. Potrete leggere la testimonianza di migliaia di donne che raccontano di come sono state trattate male, in modo irrispettoso, a livello fisico e psicologico da dottori, ostetriche e infermiere, molte umiliate pesantemente e derise, trattate peggio che animali.
Se vi interessa approfondire vi lascio il link all'articolo del Corriere della Sera che spiega tutto molto bene e riporta anche alcune testimonianze, in modo che possiate farvi un'idea di questa grave piaga che una società civile e rispettosa non dovrebbe avere, soprattutto in ambienti delicati come gli ospedali.

Come finirà questa storia? Cosa succederà a Joana? Troverà un po' di pace e sollievo? Non sarò certo io a dirvelo, ma dovrete leggere questo splendido libro.
Per qualcuno sarà dura e difficile, ma vi sprono ad arrivare fino in fondo perché ne vale veramente la pena. Una storia toccante, che vi entrerà nel cuore per non abbandonarvi più. Perfettamente scritta, ricca di dettagli e accuratamente costruita; una lettura drammatica e sconvolgente, che vi aprirà anche gli occhi su una realtà estremamente attuale e troppo comune nel mondo.

giovedì 6 luglio 2017

Uno sguardo al catalogo di CARAVAN EDIZIONI

Questo sarà un breve post in cui vi racconterò un po' alcuni libri Caravan edizioni che mi piacerebbe leggere. Naturalmente mi piacerebbe leggerli tutti, e prima o poi lo farò, ma per ora diamo uno sguardo a quelli più interessanti secondo me.

Il primo in assoluto che vorrei avere è Rivendicazione dei diritti delle donne, che insieme agli altri due che ho Dichiarazione dei sentimenti e Alle fanciulle e alle figlie del popolo andrebbero a formare un bel terzetto di letture femministe. Infatti questo libricino è uno dei primi documenti di filosofia femminista, scritto addirittura nel 1792.
Per curiosità l'autrice di questo documento, Mary Wollstonecraft, donna forte ma dalla vita breve, è anche la madre di Mary Shelley l'autrice di Frankenstein.




Avendo cominciato a leggere Qualcuno cammina sulla tua tomba, che vi assicuro è bellissimo e molto curioso, mi sembra doveroso leggere la prima pubblicazione di Mariana Enriquez cioè Quando parlavamo con i morti,
Si tratta di tre racconti inquietanti: uno su una tavola ouija, uno su una donna sfigurata e il terzo parla di Machi, che gestisce l'archivio dei bambini scomparsi e si affeziona al caso di una prostituta quattordicenne.
Se vi piace questo genere non potete certo lasciarvelo scappare, io non sono un'amante di questi libri, ma lo trovo estremamente interessante e affascinante che non vedo l'ora di leggerlo.



Un'altro libro interessante è Opendoor, di Iosi Havilio, ambientato in un paesino vicino a Buenos Aires racconta la storia di una donna, la cui compagna è sparita nel nulla, e lei si ritrova a stringere relazioni con persone sofferenti quanto lei, che la porteranno a perdersi sempre di più.
Prima opera di questo scrittore argentino ricca di disagio, smarrimento e malinconia, promette di essere molto bello e coinvolgente.






In finale c'è Bastardia, della scrittrice portoghese Hélia Correia, una storia di crescita e consapevolezza di sé, ma anche di un viaggio importante per un ragazzo, che desidera con tutte le sue forze, e che forse è predestinato a fare a causa di un sortilegio fatto a sua madre.
La giusta dose di avventura e magia tipica della letteratura portoghese, spagnola e anche sudamericana.






Non so voi ma io sono molto curiosa di leggere questi libri, che faranno parte sicuramente dei miei prossimi acquisti.
E ora tocca a voi: cosa vi piacerebbe leggere di Caravan edizioni? Andate subito a consultare il loro catalogo e poi venite subito a dirmelo. Aspetto i vostri consigli.

lunedì 3 luglio 2017

Indie BBB Café | Intervista a CARAVAN EDIZIONI

L'Indie BBB Café ha aperto le sue porte a gennaio con la prima casa editrice ospite che è stata CasaSirio Editore. Da allora ogni mese l'abbiamo dedicato a una piccola realtà editoriale italiana, in ordine sono state: Las Vegas Edizioni, Eris Edizioni, Exòrma Edizioni, SUR e Gorilla Sapiens Edizioni.
Nel mese di luglio tocca a me, e io vi voglio presentare una casa editrice davvero speciale, con dei prodotti editoriali interessanti e di qualità: Caravan Edizioni, che pubblica soprattutto letteratura contemporanea del Sud America, ma tra le loro proposte c'è molto di più...

Il logo di Caravan edizioni
Benvenuti, è un piacere per me ospitarvi tra i miei appunti.
Cominciamo dall'inizio: come nasce Caravan edizioni e qual è la vostra linea editoriale?

Grazie intanto per l'ospitalità! Caravan nasce nel 2010 a Roma per volontà di quattro donne, appassionate di viaggio, letteratura e identità culturale. Nel 2013, dopo una "pausa" di un anno, la casa editrice riparte con una squadra leggermente cambiata ma medesimi intenti. Attualmente abbiamo due collane principali: in "Bagaglio a mano" esploriamo la narrativa contemporanea, in particolare quella proveniente dall'America del Sud, mentre nella collana "Segnavia" recuperiamo testi fondativi sui diritti umani, e in particolare sui diritti delle donne. Per quanto riguarda la narrativa, il filo rosso è il modo in cui le nuove generazioni percepiscono il passato a volte oscuro vissuto dai loro padri. Ma nel caso di Mariana Enriquez, ad esempio, questo tema si intreccia con quello dei diritti delle donne, ripreso nella collana "Segnavia". Insomma, che si tratti di storie o saggistica, i nostri libri dialogano sempre tra loro.

Nella collana "Bagaglio a mano" pubblicate principalmente autori del Sud America, ma anche qualcosa dell'Est Europa. Come mai la scelta di paesi così distanti tra loro geograficamente e culturalmente parlando? C'è forse qualcosa che li accomuna?

Sì, sicuramente Sud America ed Est Europa hanno un legame profondo, dovuto a diversi flussi migratori, anche se a conti fatti questo legame, almeno nel caso degli autori da noi pubblicati, si ripercuote poco in termini di peculiarità letterarie. C'è un romanzo brasiliano che avremmo potuto pubblicare che racconta la ricerca delle proprie origini brasiliane da parte di un uomo polacco, e a pensarci bene ce n'è un altro ceco che racconta le origini ceche di una donna argentina. Diciamo che se avessimo pubblicato questi e altri romanzi a poco a poco il legame sarebbe affiorato più chiaramente. Lo stesso Krupa, autore del nostro Serpenti, ha un cognome polacco. Ma per farla breve, Pensi che ci saremmo potuti conoscere in un bar? è stato l'inizio, molto riuscito, di una sotto-collana che non si è mai avviata, e che avrebbe ospitato autori dell'Est Europa. Per tanti motivi, abbiamo preferito concentrarci sui giovanissimi latinoamericani.

Vorrei evidenziare particolarmente la vostra collana "Segnavia", che tratta argomenti decisamente importanti come i diritti delle donne. Questo tema mi sta molto a cuore e cerco di portarlo sempre più in luce nel mio blog, parlando appunto di libri con queste tematiche. Ce ne volete parlare un po' di più? Come è nata l'idea e perché è stato scelto proprio questo tema? Sono previste altre uscite in questa collana?

Anche a noi sta molto a cuore il tema, come si può evincere. Crediamo che i nostri "libricini delle femministe", come li chiamiamo scherzosamente tra noi, dovrebbero trovarsi in tutte le case. È una cosa che va al di là dell'aspetto commerciale di una casa editrice. Tant'è che parliamo di volumetti spillati da tre euro e cinquanta (della cui veste grafica, detto tra parentesi, siamo particolarmente fieri). Si tratta,più seriamente, di testi fondativi, rivelatori, necessari alla comprensione di quella che è stata la condizione della donna fino all'altro ieri. Ma c'è di più, sono testi brillanti, illuminati, e, nel caso della Wollstonecraft, persino divertenti. Sicuramente rimarranno una costante all'interno delle nostre pubblicazioni.

Tre libricini della collana Segnavia

Che cos'è esattamente "Traviesa" e perché avete deciso di portarla in Italia?

Traviesa è una splendida realtà, una rivista latinoamericana che mette insieme giovani autori di tante nazionalità diverse, producendo numeri digitali composti da quattro racconti ciascuno. Noi, semplicemente, ci siamo proposti di tradurre alcuni numeri e di importarli in Italia. Tra questi autori, Rodrigo Hasbún, classe 1981, è da poco stato pubblicato da SUR.

Quali sono i punti forti di Caravan edizioni? Cosa la differenzia dalle altre realtà editoriali? E quali sono, invece, i limiti che si incontrano essendo una piccola Casa Editrice indipendente?

Sappiamo di essere mossi principalmente dall'amore per le letterature che trattiamo, e per i nostri libri, in quanto oggetto cartotecnico e in quanto veicolo di contenuti che sanno alternare l'intrattenimento alla riflessione. Facciamo pochi libri l'anno, forse è questo a differenziarci da altri editori, ma non possiamo sostenere che questo implichi una cura editoriale maggiore, per quanto noi davvero ci mettiamo l'anima affinché i nostri libri siano "corretti" da tutti i punti di vista. I limiti si sono intravisti nella seconda domanda, parlando di libri che avremmo voluto fare e che non abbiamo fatto, a volte perché i diritti erano fuori dalla nostra portata, altre perché, in generale, abbiamo mezzi ridotti.

C'è in progetto qualche novità? Qualche prossima uscita che ci potete anticipare?

Parliamo dell'ultimo libro in uscita, Quello che è successo a Joana di Valério Romão, un libro molto intenso che parla della maternità ospedalizzata e che, va detto, potrebbe scuotere qualcuno per via della trama e delle atmosfere. È un libro difficile, al quale crediamo moltissimo, e speriamo che superi l'ostacolo della paura iniziale da parte di giornalisti e lettori. Ma consiglio anche il secondo libro di Mariana Enriquez, che nel frattempo è stata pubblicata anche da Marsilio, e che è un viaggio narrativo tra i cimiteri di tutto il mondo; si intitola Qualcuno cammina sulla tua tomba.

Le ultime due novità Caravan edizioni

Ultima domanda. Naturalmente prima di essere editori siete dei lettori. Ci dite due libri che, secondo voi, tutti dovrebbero leggere e perché?

Sì, siamo lettori, e lettori voraci, e anche tra noi molto diversi: c'è chi ama João Guimarães Rosa e chi Bernhard, chi Fenoglio e chi i manga. Forse proprio per questa varietà di preferenze non riusciamo ad accordarci su due libri che vadano bene per tutti. Ma chi leggerà quest'intervista se ci scriverà via mail avremo il piacere di dargli qualche consiglio su misura, e non necessariamente dal nostro catalogo.

Grazie mille per la disponibilità, attraverso queste risposte è emersa proprio tutta la passione e l'amore che provate per il vostro lavoro e i libri in generale.
Tenete duro e continuate sempre così, perché abbiamo bisogno di editori come voi, che credono in ciò che fanno, e tutto l'impegno che ci mettete si rispecchia negli ottimi prodotti che pubblicate.


Se l'intervista vi è piaciuta e vi ha incuriosito, andate subito nel sito di Caravan edizioni a spulciare un po' il loro interessantissimo catalogo, e andate a trovarli nella loro pagina Facebook.
Non dimenticate di mettere mi piace alla pagina delle Book Bloggers Blabbering per non perdervi tutte le recensioni ai libri Caravan che condivideremo con voi per tutto il mese di luglio, saranno degli ottimi suggerimenti per le letture sotto l'ombrellone.
E io tornerò da queste parti venerdì, perché non ho ancora finito di parlarvi di questa straordinaria casa editrice, e vi illustrerò un po' il loro catalogo elencando i libri che desidero leggere assolutamente.